Sogni di scuola
Nell’alveo delle esperienze oniriche più ricorrenti, non sono infrequenti i sogni di scuola.
Questa notte lo stato di sogno mi ha catapultato in una deformata aula di scuola, ai remotissimi tempi delle scuole medie. Anziché puntare in direzione della finestra, i banchi mi apparivano ruotati di novanta gradi in senso orario. Già che scrivo, devo riconoscere che agli esordi della prima media i banchi erano effettivamente disposti come nel sogno, al punto da farmi sospettare un marcato richiamo ipermnestico.
Sicché quella disposizione richiama al primo anno di scuola media, ipotizzerò nel seguito che l’età del bambino sia propriamente di anni undici.
Insegnante di se stessi.
Nel sogno ricordo sovrapposte una versione adulta di me e una bambina.
Quella bambina sedeva diligentemente nel posto assegnatole, mentre l’adulto (lo scrivente) dialogava con quella che la deformazione della veglia mi suggerisce di inquadrare come una vecchia docente del nostro corso.
Sapevo che avrei dovuto prendere io le redini della classe e che ero presso quell’aula nelle vesti di insegnate.
La luce era più vera del normale. Io mi avvicino al me stesso undicenne e gli accarezzo i capelli. La mano a un tempo tocca e attraversa lo scalpo del fanciullo. Gli suggerisco teneramente di non preoccuparsi, perché da grande saprà cavarsela in ogni scenario.
“Stai tranquillo, sarai ricchissimo, li supererai tutti”.
Un freezer di troppo
Immediatamente nell’aula appare un piccolo freezer che fa da angolo ad un piano cottura (lo stesso che ho in una casa al mare).
Sembra che la mutua presenza dei due oggetti si incastoni alla perfezione.
Il sogno si interrompe perché vengo svegliato da un rumore.
Premesse all’interpretazione
Gli elementi recenti sono essenzialmente due: il frigorifero e certe pretese mnestiche sopra alcuni fatti occorsi ai tempi delle medie.
Il giorno precedente meditavo infatti che certi disturbi attualmente manifesti potessero discendere da una componente fanciullesca ancora insita nel mio inconscio e che non è riuscita ad abbandonarsi alla rimozione endopsichica.
Mi misi quindi in testa di allevare questa componente, accompagnandola teneramente al completo sviluppo, promettendo lei che crescere non vuol dire cancellare quanto piuttosto riorganizzare, costruire nei pressi (nel senso di umbauen).
Il frigorifero è il secondo elemento recente. Esso discende da una conversazione avuta con mio padre, il quale molto confusamente tentava di sistemare a mo’ di Tetris un frigorifero in una delle nostre case.
Per varie ragioni mi veniva subito in mente la casa al mare.
Interpretazione
I sogni di scuola hanno il significato abituale di una sfida non superata.
La mia mente, che non manca mai di rispondere ai miei disegni con note di potente sarcasmo, ha costruito l’ambientazione adatta al soddisfacimento della mia pretesa di lavorare sulla fissazione endopsichica.
Mi si offre dunque l’opportunità di allevare il fanciullino interiore sul quale il giorno precedente intendevo vegliare. La potenza della mente si esplica nella sua natura marcatamente atemporale.
L’inconscio avvalora le tesi dell’io, gli concede di comunicare col sé undicenne, ma non manca mai di accompagnarne il contatto con la vigilante presenza del super io (l’altra collega, la mia professoressa di allora).
Poiché nella mente vivono a un tempo presente, passato e futuro, avendo incontrato il mio “io” di 17 anni fa, ho de facto viaggiato nel tempo. Come per ogni viaggio nel tempo, avendo potuto stabilire un contatto effettivo col mio “io” fanciullo, il super io doveva accertarsi che non abusassi della mia posizione.
Sono pentito di avergli detto “sarai ricco”, non è ciò che direi al me stesso del passato, ma non escludo che nel polimorfismo semantico del sogno quella esternazione volesse significare “sarai ricco dentro“.
L’enigma del frigo
Detta tesi è avvalorata dall’improvvisa comparsa di una cucina. Il lettore avveduto, convenendo con lo scrivente, potrà testimoniare come non sia affatto tipico dei sogni di scuola la perplimente comparsa di una cucina, con anessi frigo e piano cottura.
Ebbene, l’essenza stessa del frigo depone a favore della tesi della ricchezza interiore, dacché esso altri non è che uno scrigno dotato di scompartimento (Kühlschrank). Il nucleo del frigo soggiace infatti alla difesa del proprio contenuto.
La cucina si è per converso manifestata in ragione del preciso legame semantico che sussiste tra la ricchezza, che nel sogno l’io intendeva come dato materiale, e l’abitazione ospitante la cucina, mio acquisto recente.