Eziologia e teleologia
Eziologia e teleologia
Negli ultimi giorni ha scelto di palesarsi presso il mio cuore una nuova forma di consapevolezza che avevo informalmente ereditato dai miei studi pregressi. Epperò, chiunque abbia fatto esperienza cosciente della luce, conosce bene la differenza tra nous e dia-nous.
La prima è una gnosi immediata, divelta da giri di parole. Una certezza che si impone e che assume la pretesa di ergersi a verità.
La seconda è discorsiva, ci avvince perché il verbo trattiene le arcai della sostanza.
Non avevo mai realmente compreso che una domanda priva di risposta è una domanda mal posta.
L’esperienza del contenimento intellettuale è destinata ad essere a tratti (quest’ultimo avverbio rigorosamente in grassetto corsivo) frustrante.
La volontà ingenua di far quadrare tesi antitetiche per contenere l’ansia del giusto. In realtà, il giusto cospira già dentro noi e non si piega alla Wille zur Macht del mondo.
Noi temiamo il giusto perché esso disarciona i nostri carezzevoli appetiti.
Ci impone il sacrificio, il giudizio, la paura, ma soprattutto il coraggio di vincere tutto questo.
Non esistono domande, e dunque nemmeno risposte.
Ieri la mia cugina si chiedeva da dove prevenissero certe sue pulsioni affettuose verso i bambini e, ancora lei, da dove giungesse la sua naturale permeabilità allo studio delle lingue.
Non potei fare a meno di offrirle la stessa risposta che a me stesso oggi concedo: non esistono risposte. Ogni risposta presuppone una domanda e la domanda è il germe di ogni modus ponens. Il principio di causalità affligge la corrodente mente dell’uomo moderno che fatica a liberarsi dell’eziologia del suo sapere.
È dunque teleologica la via dell’uomo antimoderno? Adler contro Freud, a ricalcare le seducenti memorie di una conversazione occorsa questa mattina. Di nuovo, la risposta più saggia è la non risposta. Una donna amata ma confusa è un’enigma o un’opportunità? E se semplicemente fosse ciò che è? La scienza è asssi più povera di quanto la pirotecnica processione di miracoli che la precede darebbe a pensare.
Noi siamo certi solo di ciò che sentiamo.
Il mio maestro mi invitava a sgomberare la mente, eppure ne sapeva molto più di me.
Forse è proprio così, forse è proprio questo che la luce ha voluto mostrarmi: siamo troppo theory ladenness.
Il mondo è fuori, sappiamolo cogliere con coraggio, nessuna eziologia, nessuna teleologia.
Vinciamo le paure e superiamo le tentazioni.
Il premio arriverà, perché il premio è già in noi.
Io cesserò di desiderarti, perché solo vincendomi potrò goderti senza domande, e senza risposte.
In un unico, infinito momento di grazia e passione.
Sempre tuo, Bruleno