Mi piacciono le donne, non mi piacciono gli uomini
Mi piacciono le donne, non mi piacciono gli uomini. Forse dovrei tatuarlo sul braccio o, ancora meglio, in bella vista sul collo.
Ieri ho dovuto affrontare con corrucciata delicatezza l’ennesima situazione ambigua. Un signore, la cui professione gli conferisce una certa stimabilità, mi si è praticamente avvinghiato addosso.
Dato il ruolo sociale del soggetto, e si badi, non per vigliaccheria, ho preferito gestire la situazione col massimo tatto. Lo stesso tatto che ho dovuto sopportare io, stavolta fuor di metafora. Tralascio i dettagli.
Fortunatamente l’approccio in questione non ha nulla in comune col tentativo di stupro subìto a Bologna.
Vorrei che certi soggetti dai facili appetiti sessuali comprendessero che il contatto fisico deve essere limitato al massimo grado. Personalmente uso il sacrosanto accorgimento di violare il meno possibile lo spazio di confort delle donne che scelgo di approcciare. Al più può accadere che io sfiori un braccio o una spalla, ma è un evento raro e che si inquadra nella comune estensione dialogica atta a richiamare l’attenzione dell’interlocutore.
Ad ogni modo, non comprendo come la libido umana possa farsi tanto soverchiante. Io che stimo l’atto sessuale un mero accidente, un rivolgimento umano alla angosciante natura scimmiesca che ancora nell’homo sapiens insiste. Essendo naturalmente scevro dalla schiavitù degli istinti sessuali, raccolgo con pietosa curiosità l’incomprensibile interesse altrui per il godimento sessuale. Nondimeno non interferisco con la libido altrui, purché questa non intacchi la mia persona.
Non riesco neppure a comprendere perché io agisca da calamita per omosessuali. Sono pure disposto ad ammettere che la gestualità e l’eloquio non depongano a mio favore, dacché riconosco una timida parvenza di femminilità in certe mie manifestazioni corporali, ma nulla che non rientri nell’alveo di una costruzione cinetica e lessicologica che non ho difficoltà a rovesciare completamente laddove la situazione lo suggerisca.
Ad ogni buon conto, ed è sempre bene ribadirlo, mi piacciono le donne, non mi piacciono gli uomini.
Trattasi tuttavia di un desiderio profondo, non obnubilato da seccanti velleità sessuali. La donna che vanta il mio amore ha un dono unico e sincero, perché può fregiarsi di essere desiderata nell’anima e non già nelle sue emanazioni carnali.
In questo senso i miei affetti si rivolgono ad una donna le cui memorie ancora mi parlano. E forse lo faranno per sempre, da una regione che non esiste.