Mattinate d’Arzano

Mattinate d’Arzano

Sono al terzo giorno di scuola, il primo di lezione vera e propria. Le prime mattinate d’Arzano non lasciano trasparire molto di buono. Avendo ottenuto il trasferimento da una cattedra part-time, dovrò conservare anche a Napoli la medesima formula per almeno un altro anno.
Il che, paradossalmente, non mi dispiace. La platea non è particolarmente distesa e so già che dovrò molto faticare anche solo per tenere le classi. Oggi l’insegnante è schiacciato tra l’incudine e il martello. Da una parte la politica delle facce di bronzo, che anziché potenziare la figura dell’insegnante la svilisce esautorandola e riducendone la paga al limite della povertà, dall’altra genitori e studenti sempre più arroganti, finemente persuasi della propria levatura intellettuale.

Oggidì i tecnici e i professionali si sono trasformati perlopiù in bolge di sedicenti studenti (interrogati i quali rinuncerebbero volentieri a tale epiteto) costretti all’istruzione (per modo di dire) solo dall’obbligo scolastico e dalla carenza di alternative. Sopra i loro capi pende la spada di Damocle dello spaccio e della camorra. La scuola diviene così presidio di legalità fino ai loro sedici anni.

Personalmente ritengo che, per quanto il fine sia apprezzabile, esso non debba ricadere sulle spalle e i timpani dei poveri docenti i quali, impotenti, si ritrovano a dovere espletare azioni di babysitteraggio piuttosto che dilettarsi nell’insegnamento della disciplina. Tutto ciò è svilente ed anche violento, dacché si è assoggettati al perpetuo ululare di adolescenti abituati alla seduzione del caos piuttosto che alla calma della ragione. Almeno lo si chiamasse “pre-riformatorio”! Invece ci si ostina a fingere che sia scuola. Ah, i danni del buonismo!

Se poi uno dei succitati politici dalle facce di bronzo fosse messo a parte di questo articolo e ciò costituisse per lui motivo di imbarazzo dacché qualche genitore particolarmente zelante ne avesse sollevato un caso, correrei persino il serio rischio di essere sollevato dall’incarico per queste quattro righe di verità. Vannacci docet.

Spero che l’esperienza ad Arzano rinvigorisca in me la voglia di sostenere l’ultimo esame della facoltà di mathematical engineering. La voglia si era drasticamente assopita, complice la positiva esperienza bolognese. Devo ricordarmi perché lo faccio, cosa mi ha spinto a spendere soldi e tempo per conseguire una seconda magistrale. Devo assolutamente lavorare al liceo.

Chiudiamo dunque il capitolo Arzano.


Da qualche giorno sono alla guida della mia brend new car. Una deliziosa Dacia Sandero da quattro copeche che tuttavia non manca di riservare sorprese. La guidabilità è eccellente e allo stesso modo il sistema di infotainment. Vorrei usarla per valicare i confini della regione e andare a rapire una persona speciale della quale da tempo non ho più notizie.


Vorrei dormire con lei, svegliarmi con lei, mangiare con lei, passeggiare con lei.

Purtroppo la sorte è sempre troppo sventurata per accontentare l’uomo nei suoi desideri più profondi.
Spero si rompa una gamba 🙂
Sebbene totalizzi i miei pensieri, sono felice che non si faccia più viva. Desidero la sua serenità.

Questo è tutto da radio Napoli, tornate a sintonizzarvi per altri aggiornamenti!

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