DOP: disturbo ossessivo provocatorio

DOP: disturbo ossessivo provocatorio

DOP: disturbo ossessivo provocatorio

L’Italia può vantare un numero di pietanze meravigliosamente deliziose; conquista il podio a mani basse la mozzarella di bufala, ma in buonissima compagnia.
Alla cucina non sono applicabili gli assiomi della peano artitmetica. La media di due piatti buoni risulta spesso in una leccornia eccellente. D’altro canto, chi non sogna sfilatini pantagruelici conditi con prosciutto crudo e mozzarella? Magari il tutto accompagnato da un ciliegino qua è là, un velo di sale e una spruzzata d’olio.

Non scrivo mai di cibo perché mi viene fame e, come ai più è già noto, io sono perennemente affamato.

C’è DOP e DOP

Il “DOP” di cui desidero trattare oggi non è però un accidente culuniario.
Trattasi di un acrononimo pseudomedico, atto a indicare una condizione di costante (se non crescente) affezione ad un altro individuo, al punto da angustiarne l’esistenza allo scopo di ottenere attenzioni. Il “DOP” è contagioso, l’obiettivo dichiarato di tutti i DOPpisti del mondo è di infettare la propria sventurata preda. In questo senso, il DOP è sia il sintomo che la malattia!

– Obiezione vostro onore! Quello è un altro DOP: il disturbo oppositivo-provocatorio.
– Obiezione respinta! Il disturbo ossessivo provocatorio è una condizione del tutto speciale, che non trova spazio sui manuali ufficiali della medicina!

Il disturbo ossessivo provocatorio si dipana nelle sue tre componenti:
Primo. Il disturbo si applica soltanto a soggetti irreversibilmente innamorati.
Secondo. Non conosce tregua, è ossessivo perché richiede l’attenzione costante della povera donna cui si applica.
Terzo. Terzo. Terzo. Terzo. Terzo. Terzo. Terzo. Terzo. Non si scrolla di dosso. Quando ha ottenuto il corpo pretende di penetrare anche la mente. Provoca anche a distanza. Non esistono barriere fisiche, informatiche o psicologiche in grado di bloccare l’immagine residua del provocatore nella mente della vittima. La misera perseguitata, portata all’afflizione, sarà posta dinanzi alla scelta di impazzire o cedere all’amore. Quando questo accade, non vi è terapia che tenga. Anche lei si ammalerà di DOP.

Istruzioni per il contagio.

Inventare un nome buffo e snervante a tratti. Affibbiarlo alla destinataria della propria persecuzione. Convincerla di essere ciò di cui la si taccia di essere. Coprirla di insulti. Pentirsene e formulare elogi degni delle attenzioni che merita. Ripetere il ciclo a oltranza, possibilmente bloccandola su uno o più social.
Coccolarla, ignorarla, ignorarla, coccolarla. Confessare il proprio amore, rimangiarselo dopo un’ora.
Baciarla, accarezzarla, pizzicarla. Ripetere finché non sarà cotta a puntino. A quel punto disporrete di una bimbozza sfibrata e logorata, desiderosa di saltarvi al collo e consumarvi le labbra.

Effetti collaterali

La presente terapia potrebbe comportare uno o più effetti collaterali.
Il DOP: disturbo ossessivo provocatorio, potrebbe sfociare in esternazioni d’affetto improvvise, febbricitante ricerca di coccole e proibizioni ingiustificate ad ingozzarsi di dolciumi ed altre leccornie.
Il soggetto affetto da DOP potrebbe altresì pretendere tre figli. In tal caso affermare di essere disposti a concepirne uno e chiudere l’accordo su due.

Da grandi poteri derivano grandi abbuffate

Ora che la vostra fidanzata è persa di voi, potete finalmente sdoganare il cibo. Anche se non ama cucinare, sarà facile per voi manipolarla perché vi prepari il succitato panino, anch’esso rigorosamente DOP.

Essendo un prosciutto vivo, in caso di marcata disobbedienza potrete cibarvi della vostra tenerissima compagna.
Achtung: l’età media di entrambi potrebbe piegare a tredici anni. In tal caso, non abbandonare il letto. Se il sintomo persiste, arrangiarsi.

Se la vostra DOPpettina è implicata in tediosi affari logistico-burocratici fuori sede, è il vostro momento per riconquistare le libertà abilmente sottrattavi. Ingozzatevi di zuccheri e carboidrati finché lei non vede ed è impedita a scrivervi. L’importante è non farsi beccare con le mani nella marmellata.

Sapete che c’è? Mi è venuta fame, credo proprio che divorerò anch’io un delizioso panino DOP.
Tanto la Brulena non più comanda!
P.S.: so che già che pagherò tutto questo

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