Perché vesto come uno scappato di casa

Perché vesto come uno scappato di casa

Perché vesto come uno scappato di casa?
Sin da adolescente, quando ho (tardivamente) aperto uno squarcio sulle prime convenzioni sociali, non ho mai ceduto al lusso delle vesti.
Da anni esercito la professione di ingegnere.
I clienti più lucrosi li ho sempre incontrati (tanto da adulto quanto da ragazzetto) in bermuda e maglietta.
In inverno una felpa può bastare.

Tendo a diffidare da chi adorna il proprio corpo.
Quei signorotti ingessati in giacca e cravatta mi procurano una violenta sensazione di vuoto cosmico. La correlazione è altissima. Nove ingessati su dieci avevano qualcosa da vendere.
Il vestito è una sottile forma di prostituzione intellettuale.
Decisamente più onorevole darsi direttamente nel corpo.
Io risolvo problemi. Chi mi cerca accetta che il mio vestire si ponga come unico scopo la salvaguardia della mia fedina penale. Così non fosse girerei in pigiama.
Non trascuro l’igiene, sono pulitissimo, ma prediligo la pulizia intellettuale a quella fisica.
Commetto sbagli, e sebbene non ammetta con terzi le mie mancanze, sono irreprensibile con me stesso.
Sbaglio, sbaglio sbaglio, ma ho il pregio di riconoscerlo. Non mi racconto bugie.
Tornando al gesso, la cosa che più odio è la cravatta. Perché dovrei annodarmi la gola se è fatta per respirare?
Non sono particolarmente attraente. Probabilmente non lo sono affatto. I belli sono altri. Difendo con mesta speranza la mia neutralità estetica.
Ho avuto tante donne, solo poche sono rimaste nel cuore: tutte e sole quelle che alla cravatta preferivano il pigiama.
A proposito di donne, perché tanti ghirigori? Hanno forse qualcosa da vendere?
Non diciamolo o rischiamo la tagliola della censura.
Subisco il fascino di una ragazza agghindata, sarei ipocrita a sconfessarlo, ma se non vìoli la archai della mente sei esclusa a priori. La mente attinge a sorgenti più voluttuose. Il desiderio del corpo è l’ombra della passione del cuore.
Se vesto come uno scappato di casa è perché non sono interessato a piacere ai tuoi occhi.
Mi interessa quello che può offrirmi la tua anima. Se mi sei amico, stimola la mia mente.
Giudico degno di stima chi usa il cervello. Se usi il cervello ma sei un ingessato ti troverò simpatico, ma sospetterò a lungo di te.
L’Iphone è una estensione dell’abito.
Lo compri perché sei insicuro. La covarianza è micidiale.
Hai bisogno di conformarti nella migliore delle ipotesi, nella peggiore desideri elevarti. Poi ogni caso è a sé.
Ulteriore correlazione: se sei attraente tendi a comprare l’Iphone.
Naturalmente non vincerai automaticamente la mia disapprovazione perché hai un telefono costoso. Potrei addirittura trovarti simpatico.
Fatto che lascia il tempo che trova: nessuno dei miei amici più intimi possedeva e/o ha posseduto un Iphone.
Ulteriore fatto che lascia il tempo che trova: le tre donne che più ho amato hanno poi comprato l’Iphone o lo possedevano.
Controcorrelazione: vestivano bene, ma non così bene.
In definita, se tutti scendessimo in pigiama, forse saremmo anche un pelino più veri.
O no?



Naturalmente scherzo, sono un mucchio di balle, sono semplicemente pigro. Felpa e via.



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